Emerge in questi giorni una polemica sulla proposta dell'Open Mobile Alliance (
OMA) di applicare una 'tassa' anti pirateria di un dollaro per ogni cellulare in grado di riprodurre contenuti multimediali. Il contributo, che dovrebbe gravare sulle casse delle case produttrici, ma che sicuramente finirebbe per incidere sui prezzi al pubblico dei cellulari, è visto dalle stesse aziende del settore come spropositato. 'Si tratta di un prezzo non ragionevole, non proporzionato con il valore economico del servizio', ha dichiarato un manager di una delle aziende leader nella produzione di cellulari, che ha chiesto di non essere nominato.
Se si pensa che solo lo scorso anno sono stati venduti circa 684 milioni di cellulari, l'inserimento della tecnologia anti-pirateria dell'OMA avrebbe portato ad un costo di 684 milioni di dollari in royalty, una cifra di gran lunga superiore al fatturato legato alle vendite di contenuti digitali online. Resta il fatto che i produttori hanno estremo bisogno di dotare i prossimi cellulari di sistemi di protezione Digital Rights Management (DRM) per i brani musicali, per favorire l'interoperabilità con altri dispositivi elettronici e, soprattutto, per conquistare la fiducia delle case discografiche che solo in questo modo potrebbero mettere a disposizione il proprio catalogo di brani.