Condanna in Cassazione per le fotografie scattate con il cellulare
Attenzione alle foto scattate con i telefoni cellulari: la Corte di Cassazione in una sentenza ha reso definitiva la condanna di un giovane albanese, per aver ripetutamente scattato con il cellulare fotografie ad una ragazza, nel negozio in cui lavora e sull'autobus. Il verdetto in pratica sottolinea la necessità di sanzionare 'le incursioni abusive nella vita privata altrui, fissate con strumenti tecnici suscettibili di riprodurre la violazione di ambiti riservati e preclusi all'osservazione indiscreta di terzi'.
'La facoltà di accesso da parte del pubblico - sottolinea la Suprema Corte - non fa venire meno nel titolare il diritto di escludere singoli individui non autorizzati ad entrare o a rimanere'. Anche una fotografia rubata con il telefonino può pertanto costituire intrusione nella privacy se scattata all'insaputa o contro la volontà di chi ha lo 'ius excludendi', non a caso l'articolo 615 bis del codice penale 'punisce le intrusioni nel domicilio altrui, realizzate mediante insidiosi mezzi tecnici come strumenti di ripresa visiva o sonora'.
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