Il Tesoro smentisce la nuova tassa sui prepagati
Il ministero dell'economia e delle finanze ha smentito quanto pubblicato questa mattina da 'La Repubblica', che in un articolo anticipa la possibilità di un aumento della tassa di concessione governativa per i cellulari con abbonamento e la sua estensione, sotto forma di bollo, anche ai clienti prepagati.
La tassa di concessione governativa è stata introdotta nel nostro paese nell'ormai lontano 1993, quanto l'abbonamento era l'unica forma di contratto prevista ed il cellulare era ancora considerato un bene di lusso, prerogativa di pochi eletti. Gli abbonati, che pagano una tassa mensile di 12,9 o 5,16 euro rispettivamente per un contratto di tipo 'business' o 'family', lamentano da tempo la discriminazione a cui sono sottoposti, considerato che i clienti prepagati, nel nostro paese la stragrande maggioranza, non sono assoggettati al pagamento della tassa di concessione governativa.
E' giusto comunque ricordare che i clienti prepagati pagano ad ogni operazione di ricarica un 'costo di ricarica' , mediamente di 5 euro, che viene incassato come commissione da chi vende la ricarica. Il ministro delle comunicazioni Gasparri, secondo l'articolo di 'La Repubblica', sarebbe uno dei più attivi oppositori al progetto di estensione della tassa alle prepagate, che oltre a scatenare forti polemiche, rischierebbe di danneggiare l'intero mercato legato ai telefoni cellulari.