Microsoft pensa ai cellulari per informatizzare le masse
3 Febbraio 2006 | PuntoCellulare.it
MICROSOFT CERCA Il presidente di Microsoft, Bill Gates, ha mostrato nel corso della recente conferenza del World Economic Forum un prototipo di telefono cellulare che potrebbe consentire di informatizzare i paesi in via di sviluppo, in modo analogo a quanto ha proposto di fare Nicholas Negroponte, il fondatore del Massachusetts Institute of Technology Media Laboratory, con il suo computer portatile da 100 dollari con ricarica a manovella.
Secondo l'opinione del numero uno di Microsoft il telefono cellulare è lo strumento migliore per portare l'informatica nelle case di coloro che vivono in un paese di sviluppo: il prototipo messo a punto potrebbe essere collegato tramite un adattatore ad una tastiera alfanumerica e ad un comune televisore domestico, proprio come succedeva una ventina di anni fa in Europa e negli Stati Uniti.
Lo stesso Negroponte avrebbe comunque preso in considerazione, insieme al suo team di esperti, di informatizzare le masse con un cellulare, in grado di proiettare una tastiera virtuale su qualsiasi superficie piana e lo schermo su una parete, arrivando alla conclusione che un computer portatile era una soluzione più pratica. Scartata anche la possibilità di utilizzare per il portatile ultraeconomico i sistemi operativi di Microsoft o di Apple (che le due aziende si erano dette disponibili a fornire in versione opportunamente modificate), preferiti a Linux per la sua natura open-source e la capacità di funzionare al meglio anche su dispositivi meno performanti. SEGUICI SU
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Lo stesso Negroponte avrebbe comunque preso in considerazione, insieme al suo team di esperti, di informatizzare le masse con un cellulare, in grado di proiettare una tastiera virtuale su qualsiasi superficie piana e lo schermo su una parete, arrivando alla conclusione che un computer portatile era una soluzione più pratica. Scartata anche la possibilità di utilizzare per il portatile ultraeconomico i sistemi operativi di Microsoft o di Apple (che le due aziende si erano dette disponibili a fornire in versione opportunamente modificate), preferiti a Linux per la sua natura open-source e la capacità di funzionare al meglio anche su dispositivi meno performanti. SEGUICI SU
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