Samsung ha pubblicato questa mattina tutti i dettagli dell'indagine condotta nelle ultime settimane per appurare le cause delle esplosioni che hanno portato al ritiro dal mercato del
Galaxy Note 7, uno studio finalizzato a far chiarezza e recuperare la fiducia della clientela e, nello stesso tempo, evitare che incidenti del genere possano ripetersi in futuro. Lo studio è stato effettuato in collaborazione con società specializzate esterne, quali UL, Exponent e TÜV Rheinland.
Per quanto riguarda le batterie prodotte da Samsung SDI (Battery A), il surriscaldamento e la successiva esplosione era provocato da un cortocircuito degli elettrodi, dovuto ad un loro errato posizionamento in prossimità degli angoli della batteria stessa. Le batterie fornite da ATL (Battery B), dopo la prima ondata di incidenti, potevano invece avere un difetto provocato da una saldatura errata degli elettrodi positivi, che poteva portare ad un cortocircuito. Numerose batterie erano inoltre sprovviste del giusto strato di isolante.
Per evitare casi analoghi in futuro, Samsung ha adottato un nuovo sistema di controllo della qualità delle batterie articolato in otto fasi. La casa coreana ha inoltre incrementato gli standard di sicurezza dei materiali utilizzati nella fabbricazione delle batterie, aggiunto nuovo materiale protettivo attorno alla batteria e migliorato gli algoritmi software che gestiscono la ricarica, tenendo conto della temperatura, del voltaggio e della durata dell'operazione.