Ora che si è attenuato l'entusiamo iniziale scaturito al momento presentazione, emergono tutti i limiti lato software per i nuovi smartphone
Mate 30 e
Mate 30 Pro, legati all'assenza dei Google Play Services e delle applicazioni Google alla base di qualsiasi smartphone Android (la mancanza è dovuta alla messa al bando di Huawei da parte degli USA).
A sfumare infatti anche la possibilità di porre rimedio a queste lacune installando manualmente le componenti Google mancanti, una opportunità che gli utenti più avanzati stavano già pensando di sfruttare. Entrambi gli smartphone, come confermato da un portavoce della casa madre, hanno il bootloader bloccato che impedisce questo genere di installazioni e non c'è alcuna volontà da parte di Huawei di rimuovere questa limitazione.
La casa cinese del resto già da diversi mesi fornisce i propri smartphone solo con bootloader bloccato, una decisione che ha allontanato la clientela esperta alla ricerca di modifiche software più sostanziose. I Mate 30 non faranno eccezione, in questo caso il bootloader aperto avrebbe consentito il cosidetto 'sideloading' delle applicazioni software.
Di sicuro Huawei riuscirà a sviluppare il proprio ecosistema per affrancarsi dalla dipendenza di Google, ma questo non avverrà nel breve periodo. A farne le spese il Mate 30 Pro, l'unico della gamma il cui lancio è previsto in Europa, come pure i clienti dopo che si saranno accorti di non aver acquistato un prodotto con le stesse possibilità di tutti gli smartphone Android.
23 Settembre 2019A quanto pare esiste la possibilità di installare in autonomia, attraverso una procedura non ufficiale i servizi e le applicazioni Google mancanti sugli smartphone della gamma Mate 30.
La procedura consiste nel visitare il sito
http://www.lzplay.net/ dallo smartphone, per scaricare un file APK (cliccando sul tasto presente in mezzo alla pagina) che provvede alla installazione di ciò che manca per fare dei Mate 30 veri smartphone Android.