Gli esperti di
ADUC, dopo un'attenta disanima giuridica e giurisprudenziale, dichiarato di essere arrivati alla conclusione che la rimodulazione del contratto di telefonia mobile da
Wind 10 a
Wind 12 che il gestore ha notificato ai suoi utenti nei giorni passati, non è legittima: le clausole del contratto che consentono questi aumenti da parte del gestore, sono vessatorie e quindi nulle.
Nello specifico, si legge nel comunicato di ADUC, nel contratto Wind (artt. 2.4 e 3.3) sono vessatorie le clausole che prevedono modifiche contrattuali e di servizio da parte del gestore. Il Codice al Consumo individua come vessatorie quelle condizioni che consentono 'al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso'. Un giustificato motivo che non compare nel contratto Wind e neppure nel messaggio SMS con cui il gestore ne ha dato comunicazione.
Secondo ADUC il comportamento di Wind determina a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. L'art. 2.4 del contratto Wind, è illegittimo perchè viola anche il Codice delle Comunicazioni elettroniche. Vi si legge: 'WIND proporra' al Cliente eventuali modifiche del Contratto tramite comunicazione scritta nella fattura successiva o con altro mezzo'. Questo presuppone che il gestore possa modificare le condizioni generali (ed anche le tariffe), salvo comunicarlo uno o piu' mesi dopo in fattura: l'utente - anche recedendo senza penali - si troverebbe di fronte ad uno o più mesi di fatture maggiorate e gia' pagate. La legge, invece, dice che gli aumenti devono essere comunicati almeno un mese prima del loro avvio, in modo da dare all'utente la possibilità di recedervi. Gli utenti Wind - sottolinea ADUC - potranno richiedere al gestore il rispetto del contratto, ovvero la tariffa precedentemente pattuita (Wind 10), e un risarcimento di tutti gli importi addebitati illegittimamente, tramite messa in mora.