Adusbef non si lascia intimidire da 3 Italia e prosegue le sue battaglie

15 Febbraio 2006 - PuntoCellulare.it
Si inaspriscono i rapporti fra 3 Italia e l'associazione dei consumatori Adusbef, che dichiara in un comunicato di essere stata intimidita legamente dall'azienda telefonica a causa del suo impegno nella difesa dei diritti dei cittadini.

'Dopo aver inoltrato richiesta risarcitoria di 61 milioni di euro contro Adusbef e Federconsumatori ree di aver fatto condannare H3G dall'Antitrust e Tribunale civile per comportamenti commerciali ingannevoli e lesivi dei diritti dei consumatori; dopo aver chiesto - senza ottenerla- una cauzione di 1 miliardo di euro per la questione della SIM Lock, tentando di far incriminare penalmente 500.000 utenti, colpevoli di aver violato un grimaldello anticoncorrenziale; dopo aver cercato di inserire un turpe commercio pornografico all'interno dei videofonini 3 prontamente sventato (per ora) dalle denunce penali di Adusbef, tenta l'ultima disperata carta per spaventarci', si legge nel comunicato diffuso dall'associazione dei consumatori.

'La missione dell'Adusbef, sancita dalla legge 281/98 e dal codice del consumo, è quella di tutelare i diritti di consumatori e risparmiatori. Negli esposti inoltrati alla Consob ed alla Procura della Repubblica, abbiamo chiesto di evitare tristi repliche di risparmio tradito, che hanno bruciato risparmi di un'intera vita di lavoro ad 1 milione di famiglie,non solo per i cattivi consigli delle banche,ma anche come diretta conseguenza di quotazioni gonfiate dei titoli in borsa. Nella cosiddetta new economy, le banche gonfiavano il valore delle società quotande anche con la precisa finalità di incassare provvigioni commisurate al valore delle quotazioni: più alte erano,più elevati erano gli incassi. Questa azienda “cinese” voleva assegnare un valore all' IPO di 3 Italia, pari a circa 12 miliardi di euro, mentre le valutazioni delle banche (alcune anche azioniste e creditrici per 3 miliardi di euro,quindi in conflitto di interesse), sono state di 6-7 miliardi di euro. La mancata quotazione di 3 deciso dalla società per il valore troppo basso assegnato dalle banche ed i paletti della Consob, confermano che è stato evitato l'ennesimo bidone ai risparmiatori. Continueremo a prevenire inganni telefonici ed a difendere i diritti dei risparmiatori', conclude il comunicato di Adusbef.

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