Huawei vorrebbe un mondo senza barriere, ma deve ancora convincere gli USA

24 Maggio 2019 - Roberto Bracco
Ken Hu, vicepresidente di Huawei, ha tenuto un discorso ieri in occasione della Conferenza sulla Cybersicurezza Nazionale di Potsdam. Belle parole, in cui il manager della società cinese messa al bando dall'amministrazione Trump sogna un mondo privo di barriere, ritenendo ingiustificate le limitazioni commerciali che le sono state imposte.


Nessuna parola da Ken Hu in merito alle accuse mosse dagli Stati Uniti di aver aggirato le sanzioni all'Iran tramite due aziende collegate o rassicurazioni sulla possibilità che dati sensibili possano cadere nelle mani del governo cinese, tramite le reti mobili e i dispositivi Huawei.

Una parziale apertura è comunque arrivata oggi da Trump. Il presidente USA, per quanto ritenga Huawei una società molto pericolosa, non esclude che possa essere inclusa in un accordo futuro commerciale generale con la Cina.

Di recente sono state imposte a Huawei alcune restrizioni, basate su accuse infondate, che mirano a ostacolare i nostri rapporti commerciali. Riteniamo fermamente che queste iniziative siano totalmente ingiustificate.

In Europa, circa tre quarti degli utilizzatori di smartphone si affida a un dispositivo basato su Android. Huawei detiene circa il 20% di questo mercato. Pertanto questa decisione può avere gravi ripercussioni sui consumatori e sulle imprese che operano in tutta Europa.

Tutto ciò costituisce un precedente pericoloso. Non solo è in contrasto con i valori della comunità imprenditoriale internazionale e interrompe la catena di approvvigionamento globale, ma ostacola anche la concorrenza leale sul mercato. Inoltre, se non si affrontano insieme queste problematiche, le attuali vicende che sta attraversando Huawei potrebbero coinvolgere qualsiasi altro settore e azienda.

Sono onorato di tenere un discorso nello splendido contesto del campus dell'Università di Potsdam. Quando sono arrivato, mi è stato spiegato che l'università sorge sulle rovine di un sito storico, in quanto nel passato questo spazio era attraversato dal Muro di Berlino. Ciò mi ha ricordato la necessità di non erigere ulteriori barriere perchè, come la storia insegna, comportano solo esperienze dolorose. Allo stesso modo, non vogliamo costruire un nuovo muro commerciale, nè tantomeno tecnologico.

Abbiamo bisogno di collaborare alla realizzazione un ecosistema globale integrato che possa aiutarci a promuovere un'innovazione tecnologica sempre più rapida e una crescita economica solida e sostenibile. In ultima analisi, questo è ciò su cui dobbiamo fare affidamento per assicurare la prosperità della società.

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