Samsung Galaxy S10 - con un pallone nella stratosfera per selfie al limite dello spazio

17 Ottobre 2019 - Max Capitosti
Samsung si prepara a lanciare un Galaxy S10 nella stratosfera, per offrire alle persone la possibilità di far arrivare il loro volto nello spazio. In collaborazione con il partner aerospaziale Flightline Films, la casa coreana intende portare la propria tecnologia al limite dello spazio e offrire alle persone la possibilità di ottenere il proprio SpaceSelfie su uno schermo Samsung.


Con SpaceSelfie, Samsung dimostra lo spirito pionieristico del proprio brand e stabilisce un nuovo standard per il potenziale della tecnologia mobile. Con oltre 200 ore al limite dell'atmosfera terrestre, Galaxy S10 offrirà un esempio delle capacità di innovazione dell'azienda e del suo continuo impegno per progettare prodotti che consentano di fare ciò che finora veniva considerato impossibile.

Un pallone aerostatico a superpressione grande quanto la metà di un campo da basket (10,5m x 18m) si solleverà da una rampa di lancio in South Dakota, negli Stati Uniti, trasportando un alloggiamento con il Galaxy S10, fino a raggiungere una quota di circa 19.700 metri. Il carico è stato progettato in modo da garantire foto della migliore qualità possibile, tenendo conto della curvatura della terra e dei riflessi prodotti dalla luce del sole, la cui energia alimenta sia l'alloggiamento che il Galaxy S10.



Fino ad oggi, solo gli astronauti potevano avere l'opportunità di scattare un selfie nello spazio. Ora, grazie a Samsung, tutte le persone possono vedersi nello spazio, direttamente nel palmo della propria mano.

Per il progetto SpaceSelfie sono state sviluppate due applicazioni. La prima per il controllo a terra, creata per inviare e ricevere i selfie tra il sito internet Mission Control e il pallone aerostatico. La seconda appositamente progettata per il Galaxy S10 che comunica con la fotocamera fissa dell'attrezzatura, indicando di scattare la foto di un selfie visualizzato sullo schermo del dispositivo. L'applicazione sullo smartphone richiede quindi alla seconda applicazione di reinviare sulla Terra l'immagine, che viene quindi trasmessa all'utente.

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