La
messa al bando di Huawei da parte di Trump inizia a produrre i primi effetti anche sul mercato asiatico, con alcuni dei più importanti operatori telefonici che hanno sospeso la commercializzazione degli smartphone del marchio cinese.
NTT DoCoMo, il primo gestore telefonico giapponese ha confermato che ha smesso di accettare le prenotazioni per il Huawei
P30, mentre la rivale KDDI conferma che a tempo interminato ha sospeso il lancio dello stesso smartphone. Posizione analoga, sempre in Giappone, è stata presa da YMobile di proprietà di SoftBank.
Le cose non vanno meglio a Taiwan, dove i tre principali gestori mobili (Chunghwa Telecom, Taiwan Mobile e FarEasTone) hanno confermato che non commercializzeranno nuovi smartphone Huawei una volta esaurite le scorte disponibili, sempre che riescano a vincere la diffidenza che pervade la clientela. Ad interrompere i rapporti di collaborazione anche le aziende Senao International e Synnex, controllate da Chunghwa Telecom.
La posizione di Huawei si va aggravando giorno dopo giorno, a poco è servita la proroga di 90 giorni concessa dal Dipartimento di Commercio statunitense che fornisce una licenza temporenea alla società cinese.